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giovedì 28 marzo 2013

Il Nuovo che Avanza!


Vignetta Chianciano decrescita (in)felice?
Apro questo post su un commento che mi è arrivato via mail da un blogger, sulle nuove possibilità di scelta politica nel panorama chiancianese, che mi ha ispirato una vignetta.

A tutt’oggi i cittadini di Chianciano Terme, dopo il cambio di vertice delle Terme, restano nella nebbia circa eventuali contatti (se ci sono stati) dell’Amministrazione Comunale con la nuova Presidenza per capirne i nuovi orientamenti. Questo avviene nel completo silenzio dell’opposizione; si vede che le Terme di Chianciano assumono una sempre maggiore marginalità. In compenso le varie forze politiche, anche emergenti, si prodigano in progetti mirabolanti senza prendersi cura di spiegarci dove attingerebbero le risorse necessarie. Si prospettano, dopo il grande esperimento di Piazza Italia, le più svariate pedonalizzazioni. Si fantastica di una Chianciano ecologica con vetture ed autobus elettrici, altri si spingono ad ipotizzare un divieto totale del traffico che renderebbe Chianciano raggiungibile solo con navette, ovviamente elettriche, con parcheggi scambiatori limitrofi. Suggerirei di localizzare uno dei parcheggi a Montallese così i villeggianti potrebbero effettuare il ritorno con i pattini a rotelle, (mezzo a impatto zero ed ecologico). I pattini su ghiaccio, stile “Holiday on Ice”, si riservano per l’inverno in Piazza Italia . Rincuora il panorama il successo dei grillini anche a Chianciano. Essi come fautori della “ decrescita felice” possono constatare che la prima parte, la “decrescita”, è stata abbondantemente realizzata anche senza il loro apporto, pertanto si dovranno limitare ad accompagnarla con la felicità. Ai chiancianesi non resterà che essere mazziati e contenti.

Ditemi cosa ne pensate dell'attuale offerta politica, in vista delle elezioni del prossimo anno.

Saluti,

Valtubo

34 commenti:

Damiano Rocchi ha detto...

Presupposto che la vignetta sia esilarante, personalmente ritengo che il modello di sviluppo vada sicuramente cambiato e che quello relativo ad una "decrescita felice" sia a mio avviso qualcosa su cui valga la pena riflettere e discutere. In particolare, rimanendo su Chianciano, parere mio è che oggi stiamo pagando e quindi siamo vittime di quella crescita economica fin troppo felice degli anni 70-80, che però non è stata accompagnata da una altrettanto felice crescita di tipo culturale, sociale ed imprenditoriale. Non entro adesso volutamente nel dettaglio della considerazione di Valtubo sui “progetti mirabolanti” riferiti a pedonalizzazioni o nuovo modello urbanistico e sociale della nostra cittadina. Valtubo ha ragione quando afferma che ai progetti poi bisogna dare gambe e quindi trovare risorse per finanziarli, affermo però che è giunto il momento (adesso o mai più) di dare una scossa a questo paese e per farlo serve più apertura mentale, confronto, larga partecipazione e meno critica demagogica e populista.
Damiano Rocchi

Anonimo ha detto...

LEVIAMOCI DI TORNO RADICAL-CHIC, POST COMUNISTI (A CASA DEGLI ALTRI), VISIONARI,STUPIDI DI PROFESSIONE E IN MEN CHE NON SI DICA LA RIPRESA ARRIVERA' DA SOLA.............................

Anonimo ha detto...

PER ANONIMO DELLE 12:00

Ma se leviamo quelli che dici tu, cosa resta? Il deserto!!!
Di radical, forse, qualcuno ne è rimasto. Di Chic non s ene ha notizia. I post comunisti, ormai, li vede solo Berlusconi e soci. Quanto a stupidi di professione: anche troppi!

governo balneare ha detto...

A sentir parlare di decrescita felice c'è da rimpiangere il periodo del pentapartito, certamente migliore di quello dei pentastellati.

Polmone Destro ha detto...

Questa settimana dedicata alla nazionale di calcio mi ha fatto pensare all'amministrazione Ferranti, l'unica veramente a democrazia partecipata, infatti ha fatto entrare tutti anche la panchina e le riserve più scarse,sempre se accettano di entrare a quanto ho capito con la Masci, manca giusto l'uscere del Comune (senza offesa...).
Per quanto riguarda il nuovo che avanza, a me sembra più che altro un riciclare le stesse idee di alè Chainciano e cercare di venderle sotto un'altra cornice, ma siamo sempre ad un'idea di Chianciano anti-economia e moooolto vegetariana.

Anonimo ha detto...

Quale sarebbe la Chianciano pro-economia? Parliamone.

Damiano Rocchi ha detto...

Torno volentieri (pur non essendo un sostenitore radicale di tale pensiero) sul concetto di “decrescita felice”, concetto su cui in generale molti palesemente si esprimono in modo un po’ troppo superficiale e senza essersi presi un po’ di tempo per documentarsi e capire a fondo di cosa si tratta. Si confonde (o cosa peggiore temo si voglia confondere…) il concetto di decrescita con quello di recessione; la decrescita è una scelta, una presa di coscienza con l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita, la recessione di contro, non è una scelta ma ti piomba addosso e ti rovina la qualità della vita. Decrescita non significa tornare al carro con i buoi o al lume di candela [o per mangiare, alla pesca dentro la troscia di P.za Italia…;-) ], non deve essere un ritorno al passato, una rinuncia o una riduzione del benessere, deve significare badare meno alla quantità e più alla qualità, cercando di cambiare il modello culturale di sviluppo rispetto a quello attuale, il quale rispetto a decenni fà, ha il problema di essere miseramente fallito.
E Chianciano ne è, a mio avviso, uno degli esempi più calzanti.
Secondo voi, ridurre la quantità (mi ripeto, cresciuta in modo esponenziale negli anni 70-80, alla luce dei fatti a parer mio in modo fin troppo felice) delle volumetrie a destinazione ricettiva mediante una riconversione controllata e finalizzata all’innalzamento della qualità dei servizi turistici e sociali, e quindi andare di fatto nella direzione della “decrescita”, non potrebbe rappresentare un modello futuro di sviluppo anche economico ed imprenditoriale per il nostro territorio e la nostra cittadina?
Credo che varrebbe seriamente la pena discuterne.
Damiano Rocchi

Anonimo ha detto...

Da centritalia
Chianciano: “Angeli (Pdl), "“la maggioranza di sinistra è implosa"”

Chianciano (29.03.2013) - Dal consigliere comunale del Pdl di Chianciano Andrea Angeli riceviamo e pubblichiamo:
“Da tempo abbiamo denunciato l’'implosione della maggioranza di sinistra che al di là della retorica e dell’'apparenza risulta demotivata, lacerata e priva di un reale sostegno da parte dei cittadini.
Nel giro di pochi giorni abbiamo assistito prima ad un rimpasto della giunta con la nomina, tra l'’altro, di un assessore esterno non chiancianese cui sono state affidate deleghe molto importanti come quelle del turismo e delle attività produttive, poi le dimissioni di un consigliere di maggioranza a cui, in maniera emblematica, non ha fatto seguito, la sostituzione prevista a termini di legge nell’'ultimo consiglio comunale. Credo che la prossima amministrazione avrà molto da lavorare per ricucire il dialogo e la coesione tra le variegare anime di Chianciano”.
29 marzo 2013

Robin Hood ha detto...

Si Damiano hai quasi ragione, ma con chi vorresti discuterne? Con qualche chiancianese? Ma fammi ridere, con questi? ah,ah,ah,ah,ah,

Anonimo ha detto...

secondo me Damiano ha colto nel segno.....

Anonimo ha detto...

Il fatto è che decrescono anche le strutture e fra pochissimo avremo dei quartieri ghetto pieni di esercizi chiusi e fatiscenti che cadono a pezzi. La decrescita potrà anche essere una necessità culturale, o così o pomì,diceva la pubblicità,per i Chiancianesi, ma per vendere il prodotto Chianciano la vedo dura. I turisti non credo apprezzino file di negozi vuoti ed alberghi chiusi pieni di erbacce, se anche ci cascano una volta difficile che ritornino.Purtroppo.

Anonimo ha detto...

Ma a parte tutte queste chiacchiere da bar, esiste o avete mai fatto ognuno di voi una proposta seria economica ad aziende, amministrazioni o istituzioni locali ?
Oppure avete chiacchierato ignorantemente in comune, del sindaco,degli amministratori e delle aziende locali solo per aprire bocca e dargli fiato ?
Pensateci bene e incominciamo a fare le cose sul serio prendendoci ognuno di noi delle

Anonimo ha detto...

Bravo anonimo, vediamo però chi è il primo ad iniziare a fare qualcosa, povero illuso, ma che speri che i chiancianesi si diano una mossa? Allora non hai capito un bel tubo

Mazzetti Stefano ha detto...

Damiano...trovo sempre interessanti e razionali i tuoi interventi, condivido ciò che scrivi, ma hanno ragione anche gli altri..."ma con chi discuti di queste cose???"...hai già visto con alè, eri uno di quelli, se non quello, che insieme a pochi altri si è speso concretamente e attivamente, ma???????, ora Marchetti...??? ancora non so chi è dentro la "cosa" ...??si!!, anche lui interventi condivisibili, ma???? da fare con chi??. Hai sicuramente ragione che se non si smette di "blaterare" e concretamente si attiva un cambio culturale prima, e modeste azioni condivise con spirito campanilistico il problema di sicuro peggiora...."decrescita felice" come l'hai dettagliata??..certo!! ma non prescinde da una condivisione maggioritaria di tutti,aziende,amministrazione,associazioni,privati,banche,etc etc, e in accordo con tutti iniziare operazioni semplici e immediatamente fattibili....per le grosse cose non ci sono le forze e possibilità di aggregazione perchè li c'entra poi nel mezzo la politica partitica e i suoi interessi.

-ai più pessimisti nei riguardi delle attrattive di Chianciano, mi permetto di dare la mia testimonianza, verissimo che la decadenza non aiuta, come l'assenza di servizi, e tutto il resto che sappiamo bene, ma non è vero che non si attrae turismo, abbiamo ancora ciò che ci invidia tutta Italia, tranquillità(anche troppa),verde curato(non so per quanto)panorami mozzafiato(per un'altro po fino a che non frana tutto con le piogge)la posizione geografica, eccellenze enogastonomiche, assenza di abusivi di vario genere(ambulanti,zingari,extracomunitari e italiani di quelli rompicoglioni, benvengano quelli seri che onestamente lavorano e stanno dentro la comunità rispettando le regole che dobbiamo rispettare noi. ,........Discsussione col mi babbo 3-4 giorni fa: "oh ba' ma levala la chiave dalla porta la notte......"lui: ma te sei buffo....ma che la levo a fa che poi domani ce la devo rimette!!", questo genere di cose nelle città metropoli e non se le sognano, ed è ancora un richiamo per noi......
non credo che sia tutto perduto, infatti investo nel mio piccolo in continuazione rinunciando anche a garantirmi uno stipendio pur di migliorare qualcosina, la nostra poca competitività oggi più che mai è colpa della nostra "non unione", e la frangia politicizzata peggiora le cose.........
-io poi chiacchiero ma non partecipo nemmeno a riunioni o aggregazioni varie......ma veramente e solamente perchè non ho tempo, ma seguo sempre con interesse tramite tutti i mezzi che me lo permettono i vari sviluppi..........e nel mio piccolissimo e insignificante, sono disposto ad aiutare se per cose serie e concrete......,ma?? chi?? come?? e con quali scopi???.

Damiano Rocchi ha detto...

Stefano, rispondo a te ed indirettamente anche agli altri. Il mio “discutiamone”, oltre ovviamente mirato all’apertura di un dibattito sul tema specifico, voleva rappresentare anche un ulteriore appello a tutti coloro a cui sta a cuore il futuro di questo paese, ma non trovano (o non vogliono trovare) la forza ed il coraggio di assumersi delle responsabilità e quindi mettersi in gioco. Non era, e per quanto mi riguarda non sarà mai, un appello rivolto a tutti quei soggetti politici (maggioranze e minoranze) ed economici (associazioni di categoria) che direttamente ed indirettamente sono corresponsabili della situazione di crisi economica, politica e socio-culturale in cui versa la nostra cittadina. Probabilmente come dice a ragion veduta qualcun altro mi illudo che si possano trovare ancora degni interlocutori all’interno di Chianciano, ma di contro personalmente ritengo che sia doveroso tentare. Anche io onestamente conoscendo la mentalità Chiancianese la vedo molto difficile, ma di contro sono anche stufo di sentire solo viziate chiacchiere e anonime lamentele da bar. Nessuno vuole esporsi in alcuna forma? Ok, bene, scelta rispettabile. Ma poi la faccia finita di deplorare e lagnarsi. Buona Pasqua.
Damiano Rocchi

Fabrizio Giugnoli ha detto...

Il concetto di decrescita, se accompagnata dalle parole qualità e anche reddito, a mio parere ha molto senso. Il problema è che noi invece parliamo solo di sviluppo, e spesso senza neanche sapere cosa siano sviluppo e crescita.
Faccio un esempio, così ci si capisce meglio. Uno dei problemi che tutti sollevano è la bassa qualità dell'attuale turismo chiancianese, ovvero i gruppi e le famose aste al ribasso.
Mi stupisce che nessuno abbia colto lo stretto rapporto che esiste tra l'innalzamento del prelievo fiscale e tariffario e questa tendenza a prendere i gruppi sempre a minor prezzo. Un tempo se un albergatore riceveva proposte scandalose le avrebbe certamente rifiutate perché avrebbe ritenuto stupido lavorare gratis. Oggi questo non è più possibile perché "il sistema" pretende dai detentori di partita iva un obolo sempre più sostanzioso, crescente e sempre più indipendente dal reddito. L'albergatore si trova così di fronte a due sole possibilità, ambedue pessime. La prima è quella di non accettare il gruppo, che porta come conseguenza diretta quella di rimettere molto perché deve pagare comunque i balzelli. La seconda possibilità è quella di rimettere, ma meno, prendendo il gruppo con un guadagno esiguo che però ripiana comunque solo una parte dei costi complessivi costanti.
Ovviamente sarebbe bello che l'offerta aumentasse e si ritornasse agli anni d'oro. Bello, semplice, e impossibile perché quello che è stato non tornerà mai più. E allora mi sorge un sospetto. Non è che per caso la parola decrescita fa paura alle istituzioni perché potrebbe far far emergere una realtà da troppo tempo sottovalutata? Ovvero che il rapporto fiduciario tra stato e cittadini è saltato da tempo e che le istituzioni si comportano da decenni in una maniera completamente astrusa e scollegata dalla realtà? Ovvero che le esigenze e le alte richieste dello stato non hanno più alcun legame reale con la società e con il mondo produttivo? Osservo che tutte le categorie imprenditoriali e tutti i lavoratori del settore privato in questi ultimi anni hanno fatto sacrifici enormi mentre il settore statale o para statale negli stessi anni è stato solo minimamente intaccato e anzi ad alti livelli, retribuzioni e compensi non sono certo diminuite, senza peraltro che in cambio di questo siano migliorati servizi e produttività. Per questo ritengo che sia stato in gran parte strumentale il gran parlare in questi anni di crescita e soluzioni da parte delle istituzioni. Personalmente io NON credo che le istituzioni siano in grado di produrre o creare crescita. Il loro mestiere dovrebbe essere semplicemente quello di scrivere le regole del gioco, farle rispettare e fornire i servizi richiesti dai cittadini al minor costo possibile. Poi si può parlare anche di crescita, di ristrutturazione del prodotto turistico e quindi di ripresa. Cose che possono anche arrivare, ma solo a certe condizioni e forse, chissà? Ma prima bisogna sistemare il problema dei costi e della qualità dei servizi pubblici, e per risolvere quello non c'è da inventarsi niente, né da spendere un soldo. Basta volerlo.

valtubo ha detto...

Damiano e Fabrizio, decrescita ha un solo significato ed è negativo, e di recessione se si parla di economia, se invece si pensa ad una riduzione della quantità a favore della qualità allora si parla di un diverso modello di SVILUPPO e dunque di CRESCITA.
State confondendo, un cambio di programmazione, che può comportare un calo dei fatturati (temporaneo) per poi arrivare ad un modello di crescita diversa con, come quello che sta succedendo a Chianciano, un'assenza di progettazione in un periodo di crisi che porta al crollo economico e strutturale di una società.

Tanti Auguri a tutti di Buona Pasqua!

Valtubo

Anonimo ha detto...

Valtubo, non c'hai capito 'na sega. Damiano e Fabrizio non sbagliano.

Fabrizio Giugnoli ha detto...

Il punto di partenza è un altro, Valerio, ovvero che la crescita non può essere infinita, che il territorio non può essere infinito, che le risorse non possono essere infinite. Infine, anche fossero infinite, alla crescita della produttività, ovvero del pil, NON SEMPRE corrisponde un aumento della qualità della vita. Direi proprio che negli ultimi anni prima della crisi, ovvero quando il pil era basso, ma positivo, già si poteva notare un peggioramento visibile e tangibile della qualità della vita. Certamente prendere in considerazione l'idea di decrescita non è semplice, va pensata e studiata perché porti, diversamente dalla recessione, benessere. E vanno studiate vie d'uscita per chi non può decrescere in maniera indolore. Ma in fondo questo è il problema stesso di chianciano tutto, che certamente decrescerebbe volentieri in cambio dell'eliminazione della marea di problemi in cui campa. Vendere la propria attività in cambio di un lavoro meno rischioso, ridurre la propria esposizione finanziaria, diminuire la propria sensazione individuale di oppressione fiscale e bancaria, sono fatti e aspirazioni già presenti da anni a chianciano. Qui appare comunque una differente impostazione ideale e sociale tra me e te, io che sono per "forti" cambiamenti e te che sei per posizioni più tradizionali e liberiste. E questo a prescindere dalla ragione che in questi casi non può essere fatta propria a priori da nessuno. Basta sentire in merito i diversi pareri degli economisti, bravi quando ci indovinano, pieni di scuse quando, nella maggioranza dei casi, toppano. Cito ad esempio l'euro e il modo irragionevole, per non dire stupido, in cui ci siamo entrati, causa non secondaria dei mali italiani, quindi anche di Chianciano. Questo a prescindere dai problemi collegati ad un'eventuale uscita che però a questo punto va assolutamente valutata e presa in considerazione. Oramai tutto è collegato ed è impossibile pensare solo a soluzioni localistiche. Ma che si cominci dall'euro, dal governo centrale, dai costi dello stato o qui da Chianciano da qualche parte dobbiamo cominciare, e in fretta perché io economicamente sono un soggetto diversissimo da Squinzi, ma sulla situazione economica attuale la penso esattamente come lui. Qui a breve salta tutto

Anonimo ha detto...

Ma che c'entra questo concetto di decrescita,già abbastanza astratto e discutibile , con il disastro di Chianciano. Qui ci vuole solo che le amministrazioni, qualsiasi, creino le condizioni perché imprenditori coraggiosi e "preparati"vigliano sfruttare le caratteristiche del posto, e implementarne delle altre. basta con queste discussioni sul nulla , su voli pindarici , e principalmente basta richiedere investimenti pubblici da comuni, province, regioni e stato.
non ci sono abbastanza prove sotto gli occhi di tutti e sopra la ns. pelle?
Non riuscite proprio a pensare di eliminare queste sistemi pubblici gestiti inevitabilmente da logiche mafiose con burattini incapaci che creano danno, spreco e non pagano mai! anzi vengono poi spostati e premiati con altri incarichi a vita alla faccia di tutti.

Fabrizio Giugnoli ha detto...

X anonimo 18.13
Forse ho mischiato troppe cose io, cose in parte, anche perché nuove, non sono chiarissime anche a me. La decrescita è semplicemente il tentativo di uscire dall'idea di un'economia che insegue i soli numeri. E questo non contrasta in assoluto con ciò che dici, anzi. In altri commenti ho spiegato di quali investimenti e investitori ha bisogno il paese, quale deve essere il ruolo del pubblico e che esiste un punto economico di rottura identificabile con numeri reali e concreti sotto il quale salta tutto (già passato). E allora altro che decrescita felice, solo disastri e infelicità. Chiudo.
P.s. Valerio, datosi che io SONO un robot se puoi cambia 'sta sega di codice di controllo. Ce ne sono in giro altri meno drammatici

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere se esiste una nazione nel mondo che decresce felicemente o se, e penso sia la verità, i paesi con i fondamentali economici positivi siano invece quelli che investono in infrastrutture, adeguamento tecnologico, liberalizzazioni del mercato del lavoro, attrazione di investitori esteri e facilitazioni fiscali e normative per quelli locali. Non scordiamoci che Chianciano sta all'interno di uno Stato da sessanta milioni di abitanti che (fortunatamente) ha basato molto della sua storia sull'industria (anche turistica) e checchè se ne dica non è comparabile con molti altri vicini europei, vedi Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio, Austria e direi anche la Francia che però può vantare ancora una certa grandeur grazie all'influenza ex-coloniale e ad una propria potenza nucleare (militare e civile). L'ingranaggio, volenti o nolenti è questo e va untato con la produttività, le storielle di Grillo sugli orti condominiali, l'osteggiamento alle grandi opere come la TAV, il km 0 e altre menate non sono compatibili con quanto richiede la macroeconomia di un paese facente parte del G8, sono solo capricci di una parte di utopisti che se applicati darebbero il colpo di grazia finale in un momento come questo. Gli stati emergenti del cosiddetto BRIC, cosi come gli U.S.A. ed il Giappone non mi sembra che stiano adottando un modello di decrescita felice e guarda caso i loro listini borsistici stanno capitalizzando adesso come non mai, ovvero crescono felicemente.
Ricordiamoci che non siamo il Costa Rica.

Anonimo ha detto...

Ma davvero c'è ancora qualcuno che ipotizza per Chianciano un ritorno ai fasti degli anni 80? Sveglia! Considerazioni globali a parte, sul concetto di decrescita su Chianciano Damiano e Fabrizio non sbagliano affatto. Il problema e' che alla decrescita ci abbiamo fatto pensare al mercato e non abbiamo fatto nulla per controllarla e questa anziché felice si è' resa per noi tristissima.

Anonimo ha detto...

Stramaledetti teorici del "nulla felice" ….. ma lo sapete o no che da che mondo è mondo, gli investimenti si fanno solo se c’è un ritorno economico?
Se gli investimenti non sono remunerativi gli “investitori” non verranno mai a Chianciano (ho volutamente lasciato Terme, perché ormai anche le Terme di Chianciano hanno abbandonato anche loro il proprio target).
Inutile pensare ad un riordino urbanistico nei modi indicati dal futuro Piano Strutturale … i conti non tornano .. senza un piano finanziario pubblico, comperare un edificio da demolire e poi da trasferire in non si sa quale altro posto ( ma i nostri redattori hanno pensato a qualche luogo reale oppure che in astratto atterri sui comuni limitrofi o su qualche asteroide?) non è fattibile per un qualsiasi imprenditore privato perché i numeri li detta il mercato e non la politica ed i numeri non ci sono. Figuriamoci che adesso hanno fatto un incontro in Regione per avere la benedizione apostolica dell’Assessore regionale Marson (che fa parte dell’IDV ormai allo sfascio) con sentite quali idee:
«L’obiettivo è il rilancio economico attraverso processi di riqualificazione. Insieme all’Amministrazione comunale di Chianciano Terme stiamo lavorando, a partire dal Piano Strutturale, per avviare processi di rigenerazione del tessuto urbano, puntando sulla qualità del vivere. In questo senso il caso di Chianciano Terme può rappresentare un “progetto pilota” di interesse nazionale».
Piena soddisfazione del Sindaco di Chianciano Terme, Gabriella Ferranti, per l’esito dell’incontro. «Abbiamo gettato le basi per costruire un progetto importante per la nostra città che potrà essere di rilevanza nazionale – afferma il Sindaco Gabriella Ferranti - e stiamo individuando le sinergie con questi due importanti enti; Regione Toscana e ANCE».
Adesso vogliono la “rigenerazione del tessuto urbano” puntando sulla “qualità del vivere”, allora cosa vuol dire che finora hanno puntato sulla “quailtà del morire”?
Ma per fortuna ci sono le “sinergie” della Regione e dell’ANCE (ma i costruttori sono investitori privati che vogliono solo investimenti remunerativi - non sono attratti da fantasticherie politiche) che a detta del Sindaco interverranno con poderose stampelle a sostenere l’economia di Chianciano.
Non dimentichiamoci però che finora avevamo il sostegno delle sinergie del Monte dei Paschi e della sua Fondazione, quale luogo sinergico di tutti i politici della provincia ….. e vedete che fine abbiamo fatto!

Anonimo ha detto...

Scusate, in un Comune dove con 19 preferenze si entra in Consiglio Comunale, addirittura in quota maggioranza, perche' tutti molti consiglieri si sono dimessi, ma come si fa a pensare che questo anno che ci separa dalle elezioni non sia solo ulteriore tempo perso per Chianciano. Il P.D. e ed il Sindaco, ancora una volta, volendo continuare a rimanere sulla poltrona a tutti i costi, sembrano voler lavorare contro Chianciano.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 20.04, la tua e' una giusta descrizione per quella economia capitalistica il cui modello è fallito da tempo anche a causa del non aver tenuto conto dei limiti fisici del pianeta e delle sue risorse. L'unico sviluppo che non ha limiti superiori e' quello culturale. Fai riferimento ai paesi BIRC, i quali se non faranno anche loro quel necessario passaggio culturale saranno comunque destinati a rimanere sempre un passo indietro. Sfortunatamente avremmo ancora tante, troppe occasioni per riparlarne.

valtubo ha detto...

Fabrizio, te dici “vanno studiate vie d'uscita per chi non può decrescere in maniera indolore” e poi ancora “Vendere la propria attività in cambio di un lavoro meno rischioso, ridurre la propria esposizione finanziaria, diminuire la propria sensazione individuale di oppressione fiscale e bancaria, sono fatti e aspirazioni già presenti da anni a Chianciano.” Posso essere d’accordo con te che per qualcuno, forse molti sono aspirazioni già presenti, ma quello che prospetti avrebbe un costo sociale insopportabile per qualunque comunità, e non c’è Monte dei Paschi, Provincia o Regione che la sosterrebbero, inoltre se questa fosse l’aspettativa per la gente ciò apparirebbe talmente deprimente e demoralizzante da costringere alla fuga immediata, cosa che a Chianciano sta già avvenendo.
Qui abbiamo bisogno di un cambio d’impostazione, si deve ragionare su come favorire investimenti, ridurre le imposte tipo IMU e TIA (futura TARES), creare nuove attrattive e riproporsi sul mercato con un’immagine differente ed appetibile, magari è tardi, ma le potenzialità ci sono.
Se ragioniamo di ridurci ad essere un “paesino” stile Tre Berte, senza più un’economia propria e con dieci alberghi che vanno avanti sul nome, allora dobbiamo trovare chi si accolla i costi delle strutture vuote e decadenti, dei parchi, piscine, palabruco ed altri investimenti inutilizzati e questi non te li ripaga nessuno e ripeto avrebbero un costo sociale enorme altro che decrescita felice.

Saluti,

Valtubo

Anonimo ha detto...

Per anonimo 12.06, anche osservando i valori di borsa di economie "acculturate" come Stati Uniti e Giappone, vediamo come oggi siano ai loro massimi, come abbiano riassorbito crolli micidiali come ad esempio quello successivo ai mutui subprime in Usa o dopo terremoto/tsunami in Giappone. Tutto questo con il modello di Crescita Felice (che tu sostieni essere fallito) e con le esportazioni massicce.
I limiti fisici del pianeta credo che realisticamente non siano stati raggiunti, c'è molto terrorismo intorno allo pseudo-ambientalismo. Il problema sono, come sostieni te, i limiti culturali, ma quelli di chi ragiona sempre al ribasso e vorrebbe convincere attraverso la paura ed il sospetto che veramente possa esistere un burattinaio che decide tutto contro l'umanità nell'interesse di pochi. In pratica è la mentalità chiancianese.

Anonimo ha detto...

Gli investimenti saranno remunerativi solo se fatti in funzione della qualità. Sostegno pubblico per acquisire volumetrie private? Prima di scrivere pensate a cosa dite. Anche perché poche righe dopo vi contraddite. Il riordino delle volumetrie e' cosa fattibile, basterebbe introdurre il concetto di credito edilizio e circolazione libera in territorio quantomeno regionale di tale credito.

Anonimo ha detto...

Bravo Valerio, con questo blog hai creato un bel passatempo per tutti questi sapientoni che sono capaci di scrivere (dire) tante belle parole e a sentir loro ognuno avrebbe il rimedio per far "ripartire" Chianciano. Ma alla fine, però, tutti questi vorrebbero che fossero gli altri a fare qualcosa e forse anche a rimetterci qualcosa. Ricordiamoci che ad oggi non è solo Chianciano a soffrire, ma di certo è tutta la nazione. Pensando però a casa nostra nessuno si rammenta che navighiamo nella cacca solo ed esclusivamente per colpa della sinistra, mi correggo, non per colpa della sinistra perché tanto sinistra o destra è la stessa cosa, ma per colpa di questa massa di incapaci che NOI abbiamo autorizzato a governarci a fare danni e sperpero di denaro non loro, in questi 50-60 anni.
Quindi non fate i sapientoni perché "Quello" che era capace di fare miracoli è un pezzo che è morto.

Unknown ha detto...

Valerio sono d’accordo con te. Chianciano non può ridursi ad essere un anonimo “paesino” della provincia e non lo diverrà, però dobbiamo cambiare mentalità. Posto il fatto che in momento come questo dove fare investimenti è difficile un po’ ovunque(o almeno nel vecchio mondo) occorre tuttavia gettare le basi perché questo possa avvenire in futuro, nel medio periodo, in una prospettiva di 10 – 20 anni. Per fare questo secondo me la prima cosa da fare è quella che i chiancianesi si riapproprino (o si approprino per la prima volta) di un comune senso di appartenenza. Un po’ di orgoglio chiancianese o se vogliamo un po’ di amore per questo paese. In questi ultimi anni Chianciano non ha dato una buona immagine di se, con profonde divisioni e una sostanziale litigiosità di fondo. Sicuramente anche l’opposizione ha contribuito a restituire all’esterno questa immagine mentre negli altri comuni sembra che, più o meno, sono tutti concordi sulle scelte da adottare. Era ed è giusto criticare l’amministrazione alla luce dei gravi errori commessi nel passato (il pesante fardello che ci portiamo addosso) e della sostanziale esclusione di una parte politica nelle scelte degli ultimi sessanta anni. Adesso che abbiamo raschiato il fondo del barile credo che sia però necessario iniziare a ricostruire, non solo le strutture, l’economia ma la comunità. Per fare questo secondo me occorre guardare quello che abbiamo attorno (molte macerie certamente) ma sicuramente anche qualche eccellenza di cui possiamo vantarci: le acque, l’ambiente, il passato recente (la Chianciano di Pirandello, Fellini) o il passato remoto (la Chianciano etrusca o le fonti frequentate probabilmente da Orazio e forse dall’imperatore Augusto). Iniziamo a riscoprire questi aspetti, a parlarne anche tra di noi e vantarcene soprattutto all’esterno. Possibile che Chianciano debba finire sul Sole 24 ore solamente per le proprie miserie mentre ad es. Chiusi finisce sui giornali perché si candida all’Unesco come patrimonio dell’umanità, Sarteano ci finisce perché ottiene la bandiera arancione del Touring Club o Montepulciano va sulla Rai per il Bravio? Chianciano ha delle peculiarità e delle potenzialità che devono essere rimarcate, enfatizzate, promosse anche con le poche risorse a disposizione che abbiamo in questo momento. Poi ben vengano le idee e i progetti più innovativi e ambiziosi da realizzare nel medio periodo. Indubbiamente i progetti per essere realizzati devono attrarre gli investimenti (e guardo al privato perché sperare nel pubblico lo vedo molto arduo) e occorre trovare le formule per la “trasformazione” dell’esistente (la vogliamo chiamare “decrescita felice”?) ma se non creiamo quel “terreno fertile” di cui parlavo sopra nessuno verrà mai ad investire qui.

Anonimo ha detto...

Noi caro sapientone delle 15.31 ci abbiamo già rimesso. Dicci un po' quanti sono gli imprenditori che quando era il momento hanno preso ma poi non hanno mai contribuito a nulla sulla politica economica di chianciano. Tutti a lamentarsi ora, ma quando era il momento di avere cervello pensavano solo a mettere in tasca i quattrini.

Fabrizio Giugnoli ha detto...

Caro Valerio,io credo che oggi, non domani, dopo anni in cui si parla di crisi e di rilancio quasi tutti gli imprenditori chiancianesi se ne andrebbero volentieri, se solo ne avessero la possibilità. Solo che non possono farlo, questo è il vero problema, perché siamo da due decenni in recessione e la malattia è così grave che ormai ci impedisce di muoverci. Altro che crescita. Ma chi è che oggi a chianciano crede ancora nella crescita? Domanda, chiedi, e se ne incontri uno fammi sapere. Questa è la situazione. Stiamo parlando di gente che sa di non avere una via d'uscita, che si sente condannata. L'unica via d'uscita è e rimane la crescita? Benissimo, allora che sia la crescita, ma allora qualcuno mi deve spiegare che cosa significa crescita e come si fa. Sull'argomento sono come San Tommaso, se non vedo non credo. Sono anni che si blatera e le uniche cosa che sono cresciute sono i costi fissi, le complicazioni burocratiche, l'imposizione fiscale e le tariffe NEL SILENZIO DI TUTTI.

Fabrizio Giugnoli ha detto...

Certo, anch'io so che in ogni caso, anche per la decrescita servono risorse, e sbagliando, non so, da tempo dico che per tamponare e stabilizzare la crisi abbiamo bisogno urgentissimo di investimenti e investitori esterni di alto livello perché concordo con chi dice che sotto un certo livello salta tutto e allora non ci sarà più da discutere di niente. Ma anche riuscendo in questa impresa improba bisogna secondo me comunque immaginare un sistema che richieda meno numeri e meno pressione e magari dia più qualità della vita a tutti, a cominciare da chi ci lavora in questo paese. Stiamo dedicando intere giornate della nostra vita per cosa? Per pagare interessi su mutui che non estingueremo mai? Per salvare strutture già morte? Per indebitarci sempre più? Per correre dietro a numeri e presenze che non raggiungeremo mai e che sono come la carota per il cavallo? Per rincorrere i bisogni di chi? Non certo i nostri, già obiettivamente ridotti alla sussistenza, ma quelli di chi ci campa sopra il nostro lavoro. E allora pensare diversamente, pensare ad un sistema innovativo che ci costi meno, consumi meno, ci metta meno pressione addosso non vuol dire ritornare al lume a petrolio, anzi, vuol dire studiare una via d'uscita dalla gabbia per polli in cui ci siamo e ci hanno infilati. Dimentichiamoci la parola crescita nella vecchia accezione del termine. Per i prossimi decenni chianciano, l'italia e l'intera europa si possono scordare quella parola. La continueranno ad usare strumentalmente solo i soliti politicanti perché non potranno fare a meno di non dirla, per obbligarci ad essere sempre più produttivi per avere sempre di meno, ma non ci sarà nessuna crescita. Non raccontiamoci balle! Non ci sono le condizioni strutturali per una qualsiasi ipotesi di crescita. Quindi dobbiamo salvare il salvabile e cominciare a pensare diversamente, ovvero diminuire da subito la pressione fiscale diretta o indiretta e smettere di pensare che siano lo stato o le amministrazioni che possono risolvere i nostri problemi. Non è vero, più lo stato interviene più la situazione, già grave di suo, peggiora, vedi grandi opere chiancianesi. E poi intraprendere strade alternative più innovative, anche se per certi versi sconosciute. In fondo alla strada conosciuta però c'è il burrone, e questo è un dato.