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mercoledì 22 aprile 2020

Coprifuoco e Quarantena a Chianciano Terme


Questo post nasce da un paragone inviato da un lettore al blog tra il coprifuoco della seconda guerra mondiale ela quarantena a Chianciano Terme molto interessante da leggere:

Questa usanza nacque nel MedioEvo. Col suono di una campana i cittadini venivano avvertiti, ad una data ora della sera, che era giunta l’ora del riposo e della cessazione di ogni attività, e quindi di spegnere o coprire con la cenere i fuochi di casa. Nel tempo moderno la parola è venuta a significare la disposizione dell’autorità o di comandi militari che per motivi di ordine pubblico o strategico vieta(va) la circolazione in qualsiasi modo da una certa ora della sera ad un’altra del mattino. 
Di questi provvedimenti restrittivi, un ultra ottantottenne, come chi scrive, si è trovato a subirne ben due, dato che ad uno assai remoto si è aggiunto quello che oggi ci affligge. Tra le due costrizioni all’isolamento domiciliare intercorre il lunghissimo periodo di tempo di ben 77 anni. 
Il coprifuoco propriamente detto decorreva già dal luglio1943 dalle ore 20 alle 5 del mattino. Il divieto di circolazione era assoluto tranne per le pochissime persone munite di lasciapassare. Tra questi il Podestà, il segretario del Fascio, la guardia comunale, i due medici, la levatrice,l’arciprete e… Alfredo Botarelli. Chi era costui? Consentitemi un breve digressione. Era un anziano e modesto falegname che viveva solo e in precarie condizioni in due angusti locali negli “Ai sotti” (Via delle mura). Questo privilegio del lasciapassare lo poneva, per ironia della sorte,in una posizione superiore a quella di tanti paesani importanti sul piano sociale. Anche se, in pratica, il permesso neppure gli serviva molto, l’aveva ottenuto in virtù di un certo suo passato: aveva fatto la marcia su Roma con la squadra senese di Chiurco, che era ora il Capo della Provincia, ed era rimasto con lui in “cameratesca” amicizia, tanto che si davano del tu. 
Ma nel Giugno 1944, nei giorni immediatamente antecedenti l’arrivo degli alleati (che sarà preannunciato da quel cannoneggiamento che fece alcuni morti e feriti), la gente si asteneva comunque dall’andare in giro anche nelle consentite ore diurne per il timore di imbattersi in qualche reparto di tedeschi in ritirata che facevano razzie o, peggio ancora,nel famigerato “Boccastorta”, il prepotente e bislacco caporale tedesco (per una emiparesi facciale così era soprannominato dai chiancianesi). Questo bravaccio, infatti, era solito vessare e minacciare chi gli capitava a tiro e, coadiuvato da un solo soldato, aveva il compito di sorvegliare le mine apposte in vari punti strategici delle strade e di farle brillare all’ultimo momento prima di ritirarsi (cosa che avvenne con la sola eccezione di quella posta all’incrocio della Porta del Sole). 
Dunque in quei frangenti si stava in casa e ben serrati. Negozi chiusi. Rinforzate le chiusure alla porta di casa per timore dei tedeschi. I cibi erano razionati ormai dall’inizio della guerra. SI spiava dalle persiane chiuse quel poco che succedeva in strada. Le sirene degli allarmi aerei e i rifugi. Noi ragazzi si sentiva la mancanza di poter giocare in gruppo sia pure con quella palla fatta con la carta dei giornali. C’era chi sopportava con rassegnazione questa reclusione casalinga e chi arditamente e sconsideratamente faceva sporadiche evasioni, se non altro per fare quattro passi. 

Sono ricordi di un ex ragazzo dodicenne. 

Ed eccoci dunque al “coprifuoco” attuale, di cui tutti subiamo quotidianamente i non lievi inconvenienti e per di più con il timore di drammatiche conseguenze. 
Analogie tra le due eccezionali situazioni? 
Innanzi tutto l’isolamento domiciliare e la compromissione del bene assoluto della libertà. Poi il latente pericolo dell’incolumità personale. 
Le differenze? 
Nel primo caso si aveva la quasi certezza, giorno più giorno meno, di uno sbocco positivo dell’emergenza, almeno riguardo alla circolazione, con l’arrivo delle truppe alleate (alcuni problemi resteranno per qualche tempo). Oggi non si intravede ancora la fine del tunnel (ed è un tunnel nero contrassegnato dalla paura del contagio del coronavirus e dal bollettino di guerra quotidiano col numero delle “vittime”, che poi sarebbero i morti). Altra distinzione. L’evento drammatico della guerra, con il particolare della misura del coprifuoco, cadde su un tipo di vita sociale affatto diversa da quella attuale che è caratterizzata dal consumo, dall’interscambio, dalla comunicazione, dalla mobilità, cosicché il prescritto isolamento domiciliare va ad intaccare più profondamente di allora il cosiddetto stile di vita, tanto che già ci si preoccupa come esso sarà nel prossimo futuro. 
Se infine ci è consentito allontanarsi un attimo dalla serietà del discorso, nel ’44 si doveva fare i conti con “raus” e “kaput”, mentre oggi con “lockdown” e altre restrizioni addolcite con anglismi vari. 

Aspettando Godot, cioè l’antivirus.

FABER


Saluti,

Valtubo

martedì 7 aprile 2020

Le Controproposte dell'Opposizione per Chianciano Terme


Queste le parole scritte da Paolo Piccinelli per accompagnare la presentazione delle controproposte per Chianciano della Lista Civica Insieme per Chianciano:

Sarebbe ingiusto chiedere risultati puntuali rispetto alla crisi che Chianciano vive da tempo, ma sei anni senza fare passi in avanti sono troppi e riteniamo giusto sapere a quale visione strategica si sta lavorando e quale modello di città dovremmo aspettarci alla fine dei 10 anni di questa amministrazione.
Abbiamo stimolato più volte l’apertura di un dialogo finalizzato all’individuazione delle cause di questa lunga crisi per decidere insieme i provvedimenti correttivi alla sua soluzione, ma non siamo riusciti a farci ascoltare.
Ribadiamo la necessità di aprire un confronto con la città e i suoi operatori, a maggior ragione in un momento surreale come quello che stiamo vivendo e che ci ha fatto precipitare definitivamente in fondo al baratro.
Come gruppo di minoranza intendiamo dare il nostro modesto contributo a questa discussione e lo facciamo al solito, mettendoci la faccia, con idee e disponibilità. (Domani uscirà anche la copia cartacea)



Saluti,


Valtubo

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