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giovedì 20 novembre 2008

Servizi Pubblici/3 :Raccolta Rifiuti

(foto by staff Blog)

Vorrei i vostri commenti sul tema della raccolta rifiuti a Chianciano, sull'efficienza, ma specialmente per il servizio, "testato nell'area di Piazza Italia", di raccolta porta a porta e della decisione del comune, di passare dalla TARSU (Tassa) alla TIA (tariffa), dove viene pagata un'IVA del 10% , perchè equiparata ad un servizio.

Saluti,

Valtubo

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Osservazione tecnica al Post suggerito da Valtubo:
Il passaggio da TARSU a TIA non è una scelta del Comune (qualunque esso sia), ma dovuta esclusivamente ad un adempimento/adeguamento normativo, infatti a decorrere dal 2006 la Tassa Smaltimento Rifiuti (TARSU) è stata sostituita dalla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), così come disciplinato dall’art. 49 del D.Lgs. n. 22 del 1997 (Decreto Ronchi) e dal DPR n. 158/1999.
Secondo infatti quanto indicato nel Decreto Ronchi, i Comuni avrebbero dovuto nell’intervallo temporale 1997/2006 predisporre il passaggio graduale dalla tassa (TARSU) alla tariffa (TIA), introducendo così il concetto per cui i costi dello smaltimento vanno suddivisi sui singoli utenti utilizzatori del servizio; come avviene per le altre utenze: luce, gas, acqua, telefono.

Anonimo ha detto...

Quale sia la legge, non lo so. l'unica certezza è che il servizio di raccolta della spazzatura fa cagare.

Anonimo ha detto...

Il servizio di raccolta dei rifiuti è in mano a Siena Ambiente e anche se la tassa per noi cittadini è notevolmente aumentata, il servizio è sceso (e molto) di qualità.
Ogni giorno, veniamo sensibilizzati alla raccolta differenziata, ma i cassonetti per vetro, carta ed organico sono quasi sempre colmi. Ieri, ad esempio, avevo un po giornali e di scatole da buttare, ma ho dovuto fare il giro di Chianciano per trovare un cassonetto giallo libero.
Io anche se disgustato dal disservizio mi adopero per trovarne uno con un po di spazio, ma sono sicurissimo che i meno sensibili, se trovano i cassonetti pieni, buttano tutto in quello del differenziato.
....se questo vuol dire incentivare alla raccolta differenziata...!!!

legambientevaldichiana ha detto...

Come risposta alla richiesta poche righe. Su possibili miglioramenti dovrebbero essere i cittadini ad esprimersi.
Dalle dichiarazioni di alcuni assessori sembra che con l'attivazione della raccolta "porta a porta" in piazza Italia si sia saliti dal 35% al 50% di raccolta differenziata. Se così è e se la raccolta dei cittadini viene fatta bene il risultato sarebbe di buon auspicio.
Diciamo "la raccolta dei cittadini" perchè come in molti altri casi c'è chi deve mettere l'organizzazione e chi l'impegno.

Ora facciamo altre considerazioni più generali:
l'organizzazione la deve mettere chi gestisce (Sienambiente) e deve essere Lei che si adatta alle esigenze, quando sono legittime e possibili e non ripicche, dei cittadini-utenti. Purtroppo ci sembra che l'organizzazione sia molto rigida e quindi poco adattabile alle esigenze. A volte anche poco comprensibile.

L'IMPEGNO LO DEVONO METTERE I CITTADINI-UTENTI. L'impegno non è tanto, basta un minimo di organizzazione ed una famiglia può fare senza problemi il 60-70% di raccolta differenziata.
Aumentare la raccolta differenziata comunale dovrebbe, sembra che non sia sempre così, ridurre i costi della bolletta. Quando non è così chi gestisce deve spiegare bene le motivazioni.
Molto spesso i cittadini non compiono, magari per ripicche infantili, nessuno sforzo per collaborare ad esigenze collettive. A quel punto qualsiasi forma organizzativa non funziona.

Il passaggio da TARSU a TIA è stato purtroppo solo un cambio di nome. Gli aumenti al momento del passaggio sono legati al fatto che la Tarsu non serviva a pagare tutto il servizio dei rifiuti, il restante il comune lo poteva prendere da altre tassazioni. Esempio servizio costa 100, 80 lo riprendo con la Tarsu 20 dall'Ici. Con la Tia si deve pagare direttamente 100. Quindi è automatico l'aumento di 20. Perchè non cala l'Ici allora? Questo è un altro problema su cui si potrebbe scrivere un libro.
L'importo della Tia sarebbe dovuto essere il più legato possibile alla produzione di rifiuti individuale, la sua realizzazione non è facile però, non si può mettere un contatore nella porta di casa per contare misurare i sacchetti. In varie parti d'Italia sono state attuate sperimentazioni. In provincia di Siena no. Non sappiamo il perché!

Il tema è complesso e difficilmente si risolve per magia, con lo schiocco delle dita. Crediamo che la necessità sia che chi deve organizzare organizzi e chi deve impegnarsi si impegni, avvicinando il più possibile le esigenze degli uni agli altri.
Parte del problema rifiuti è comune a tutti i problemi di Chianciano ( e d'Italia), si crede sempre che ci sia qualcun altro a dover fare al posto nostro.

Anonimo ha detto...

Sul tema dei rifiuti il problema più grosso si sta manifestando sul metodo applicato e deciso dall'Amministrazione in collaborazione con Sienambiente nell'area "sperimentale" di Piazza Italia con la raccolta porta a porta.
Infatti prima hanno tolto i raccoglitori dall'area, poi i bidoni che hanno fornito per la raccolta del vetro e dell'ecologico sono di dimensioni insufficenti ed anche i giorni di raccolta dei rifiuti, 1 volta o 2 la settimana per 9 mesi l'anno, creano, specialmente negli alberghi, delle "MINI DISCARICHE PERMANENTI".
Aspetto conferme o smentite.
Ciao

Anonimo ha detto...

Prendo spunto dagli ultimi commenti, in particolar modo da quello del Circolo di Legambiente, per proporre ciò che secondo me, se si vuole veramente pensare allo sviluppo, meglio se sostenibile, dovrebbe essere uno tra i punti cardine per le tematiche ambientali (e lo dico per qualunque schieramento si presenti alle prossime amministrative) del rispettivo programma elettorale, ovvero il perseguimento nel medio-lungo periodo , questo inteso come 10-15 anni anni, dell’obiettivo di “Chianciano Terme, cittadina a Rifiuti Zero”.
In molti penseranno che sto parlando di una mera utopia, ma questa credetemi è la strada sulla quale si stanno già avviando in molti, e noi lo abbiamo proprio in Toscana il primo Comune italiano che ha raggiunto tali obbiettivi: Capannori, cittadina molto più grande della nostra e che entro il 2020 riciclerà il 100% dei suoi rifiuti. Ma vediamo meglio, cosa significa “Rifiuti Zero”?
Tale enunciato può assumere senz’altro diversi significati, ma come prima cosa significa raccolta differenziata spinta porta a porta, ma soprattutto riduzione dei rifiuti. Può essere quindi vista volendo anche come una innovativa e futuristica filosofia di vita che in pratica mira a cambiare totalmente il modo in cui i materiali circolano all’interno della società, una filosofia che tende sostanzialmente e sinteticamente a costruire politiche legate alla riduzione dei rifiuti e quindi per fare alcuni esempi al compostaggio domestico della frazione organica, ma anche (al fine di ridurre imballaggi o contenitori di plastica, ecc…) alla distribuzione del latte alla spina, all’eliminazione degli imballaggi dalle mense scolastiche, all’uso massiccio di acqua pubblica, all’apertura di negozi del riciclo o agli accordi con grandi distributori per la creazione di sistemi di vuoto a rendere ossia per favorire la installazione di distributori alla spina di acqua e anche di detersivi nel caso dei supermercati.
Innanzitutto quindi dovrebbe funzionare in maniera capillare la raccolta porta a porta abbinata ad una politica di informazione rivolta a tutte le famiglie, campagna di sensibilizzazione questa principalmente atta a modificare il concetto di rifiuto, in quanto questo dovrebbe essere pensato non tanto come il termine della vita dei prodotti, bensì come un “prodotto residuo” o ancora meglio come una “potenziale risorsa”. Partendo infatti dal concetto che non è la natura che produce rifiuti ma l’essere umano, ci dovremmo tutti impegnare a fondo affinché il nostro sistema economico e sociale (globale, ma anche e soprattutto nel nostro caso locale) scopra che il modello della natura è di fatto il più efficiente, il meno costoso ed il più redditizio e quindi che il rifiuto rappresenta e/o può senz’altro rappresentare una importante risorsa.
Per portare all’attuazione un disegno complesso come quello che potrebbe essere quella che io qui ipotizzo come tra le altre ed anche più idonee definizioni, pure come “Chianciano Terme, cittadina a Rifiuti Zero”, c’è però necessità di coniugare tra loro due aspetti, ossia la responsabilità dell’intera comunità e quella del settore industriale/produttivo, affiancando quindi alle pratiche delle comunità (quali il riuso, la riparazione, il riciclaggio, la rimozione di sostanze tossiche e il compostaggio) alcune pratiche industriali come ad esempio l’eliminazione delle sostanze tossiche, la riprogettazione di imballaggi e di prodotti per quelle che sono le richieste più importanti del ventunesimo secolo: la necessità di sviluppare comunità ed industrie sostenibili.
Il tutto ovviamente potrà avvenire solo grazie ad una competente guida, questa intesa come attività di governo amministrativo locale; esaminando infatti i casi riusciti, si nota che la spinta è venuta da diverse parti, dalle amministrazioni locali in primis, dopodiché dalla comunità e dalle aziende. In tali casi infatti, si nota che la maggior parte delle volte la chiave del successo è stato proprio il fatto che il governo locale è stato ben disposto e pronto a lavorare in sinergia con tutti gli attori, riponendo fiducia nel progetto e nella gente, ma soprattutto si parla di amministrazioni che si sono impegnate nella ricerca di imprenditori “illuminati” e non in quella di “macchine magiche” che possano far sparire il problema dei rifiuti.
Sono perfettamente consapevole che l’attuazione di tale politica, sebbene semplice come principio, possa richiedere tanto duro lavoro, perseveranza e creatività da parte degli amministratori, comunità ed imprenditori, ma sono altrettanto convinto che l’adozione anche di tale obiettivo come politica di un’amministrazione locale o di un’industria, possa essere il miglior modo per iniziare.
Alla prossima, ciao a tutti.

Anonimo ha detto...

Allora che novità ci sono riguardo alla raccolta dei rifiuti? Che intenzione c'avranno i prossimi candidati sindaco?
A parte che a noi spazzini ci va bene in tutti i modi, ma si pole sapè quando verranno rimessi al loro posto i vecchi cassonetti (verde, giallo e marrone) nella zona di piazza Italia?
Ma vi sembra bello vedè quei sacchetti della spazzatura appoggiati alle piante in attesa dell'ape che passa a raccattalli?
Ma viaaaaa, siamo ritornati agli anni '80.
Poi c'è anche da di che quelli che ci so, il più delle volte so pieni e un ce lo spazio per buttacci niente.
E' proprio vero, si stava meglio quando si stava peggio.

Anonimo ha detto...

una domandona dove si possono ritirare i sacchetti per la spazzatura?