lunedì 15 settembre 2025

Il Caso degli Alberghi all'Asta

 





Verbale di un paradosso chiancianese
— Commissario! Commissariooo! — urlò Catarella spalancando la porta come un tornado.
— Catà, ti vuoi dare una calmata? — brontolò Montalbano. — Che t’ha pigliato?
— Dutturi, dutturi! Notiziona di cronaca locale esplosiva come ‘na bombarda!
— Catà, fammi il favore: parra normale.
— E allora ci provo: due alberghi della famigghia del presidente degli albergatori di Chianciano sono finiti all’asta giudiziaria!
— Ah… — Montalbano si massaggiò le tempie. — E questo ancora fa il presidente degli albergatori?
— Esatto, commissario! Presidente regolarmente reggente e presidenziale!
— Ma scusa, Catà… se uno perde gli alberghi, che cosa presiede?
— Boh, forse presiede… alle aste! — rispose Catarella con un sorriso a trentadue denti.
— E minchia, Catà, allora mi sa che a Chianciano c’è la nuova categoria: Federalaste!
Catarella rideva come un bambino.
— Commissà, è come se uno chef stellato bruciasse pure l’acqua della pasta e poi lo nominassero capo della cucina d’Italia!
— O come se un idraulico con la casa allagata diventasse ministro delle infrastrutture… — rincarò Montalbano.
I due si guardarono e scoppiarono a ridere. Poi Montalbano si fece serio:
— Catà, ma tu lo sai che a Chianciano funziona così? Più perdi, più vali.
— Commissà, allora io potrei fare carriera! Perché io perdo pure le chiavi dell’ufficio!
— Catà, tu al massimo puoi diventare presidente del club “Oggetti smarriti”.
Catarella annuì, convinto.
— Però commissà, un dubbio mi resta: se il presidente senza alberghi rappresenta gli albergatori, chi rappresenterà gli alberghi senza clienti?
— Facile, Catà: il Ministero della Fantascienza!
E chiusero la questione ridendo, mentre sul tavolo restava il ritaglio del Valtubo, testimone cartaceo del più grande mistero chiancianese: come si possa fallire in grande stile e restare comunque seduti in poltrona.

vs Salvo Montalbano

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